È tensione tra Christian Pulisic e il commissario tecnico della nazionale statunitense, Mauricio Pochettino. L’attaccante del Milan ha deciso di non prendere parte alla Gold Cup 2025, una scelta che non è andata giù né all’ambiente né al nuovo CT argentino, subentrato alla guida degli USA lo scorso settembre.
La polemica
Pulisic, il fuoriclasse che dice no: Pochettino lo attacca, è caos USA

Dopo due stagioni intense con oltre 120 partite disputate tra club e nazionale, Pulisic aveva manifestato la volontà di prendersi una pausa in estate, dichiarandosi comunque disponibile per le amichevoli di preparazione contro Svizzera e Turchia. Ma al momento delle convocazioni per il torneo continentale, che ha preso il via con il 3-2 del Messico sulla Repubblica Dominicana, il numero 11 rossonero non figurava tra i convocati.

Scontro stellare: Pulisic rinuncia, Pochettino non lo perdona
—Una scelta che ha fatto discutere. Dopo le critiche arrivate da ex simboli della nazionale come Alexi Lalas e Landon Donovan, anche Pochettino ha voluto dire la sua, con parole tutt’altro che diplomatiche. “Rispetto Pulisic, ma non ho bisogno che lui approvi o meno le nostre decisioni, ha tuonato il CT in conferenza stampa . I giocatori devono seguire un piano, non tracciarlo. Spetta a noi, allo staff tecnico e medico, stabilire se un atleta ha bisogno di riposo”.
Il messaggio è chiaro: la gestione delle convocazioni spetta alla federazione, non ai singoli. E Pochettino, che in carriera ha guidato squadre come Tottenham, PSG e Chelsea, ha voluto lanciare anche una frecciata sulle gerarchie tecniche della nazionale: “Tutti dicono che è il nostro miglior giocatore. Bene, allora lo dimostri. Il posto in squadra non si garantisce con la reputazione o con le parole, ma con il rendimento. Io non sono qui per fare da spettatore: sono stato scelto per prendere decisioni, non per subirle”.
Gli Stati Uniti esordiranno domani nella Gold Cup contro Trinidad e Tobago, in un girone che include anche Haiti e l’Arabia Saudita, ospite speciale della manifestazione. Lo faranno senza Pulisic, ma con un messaggio forte e chiaro: nessuno, nemmeno la stella più brillante, è più importante della squadra.
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